Il Primo Maggio, si sa, è la giornata per eccellenza delle scampagnate e dei concerti. Se piove però, le prime sono assai sconsigliate a chiunque, i secondi sono fortemente controindicati sopra i 25 anni di età (fin sui vent’anni, non so voi, ma io non mi scomponevo per un po’ di pioggia, dopo mi sono decisamente imborghesita…).
Ecco allora la soluzione ideale per affrontare un pomeriggio chiusi in casa, specie dopo che tua figlia di tre anni si è sfogata così: “Ma a me non piace stare sempre in casa!”
(“Amore, non sai quanto dispiaccia a me ma il Creatore in questo periodo ha deciso di ammonire il genere umano, e se non stiamo attenti, tra poco dovremo saltare su un’Arca insieme a tanti animali!”)
Prendete:
– Colori (i nostri erano “a dita”, ma non si sono rivelati la scelta più adatta alla mia Topolina di Città)
– Un cartoncino bello grande
– Una bella tela cerata (Sì avete ragione, la mia non è bella: era solo un modo di dire)
– Delle Patate *
– Un Coltello *
– Piatti di Carta
– Un grembiulino (i colori a dita, checchè ne dica l’etichetta, non vengono via dai vestiti MAI PIU’ – provato garantito da me!)
[ * questi due oggetti saranno maneggiati solo da voi adulti, che per altro sarete gli unici a trovarla un’idea carina e a provare gusto nell’applicarla ]
Invitate i vostri figli sopra i 20 mesi di età a dare sfogo alla propria fantasia: come provvidenziale effetto collaterale, otterrete che i più piccoli siano ipnotizzati dal processo!
Dopo aver mozzato un’estremità della patata, intagliate sulla superficie della polpa una forma a vostro piacere e rifinitene i bordi.
Usatela dunque come timbrino.
[ Dopo aver fatto un cuoricino, mi sono cimentata in una stella cercando di coinvolgere Dodo che non sembrava per niente interessata:
“Amore, la faccio quest’altra patata o è una cosa inutile?”
“Mamma, è una cosa inutile!”
“……..
………
……. Vabbè Dodo, io la faccio lo stesso e ci gioco io!” ]
Ecco un tentativo di color glicine, con il quale ho fatto un (inutile) sforzo di coinvolgere mia figlia in extremis: è il suo colore preferito.
In corso d’opera potrebbero servirvi anche:
– Uno straccio inumidito (con cui vostra figlia schizzinosa si possa pulire le dita mano mano)
– Dei pennelli (dopo che avrete capito che sporcarsi non è proprio il suo sport preferito)
Intanto sul terrazzo la vostra Azalea vi osserverà ottimista, illudendosi (e illudendovi) che sia primavera in un tripudio di fiori rosa!
Quando ormai non ci sarà quasi più luce, la vostra opera d’arte sarà ormai completata!
Dal confronto fra work in progress e opera conclusa, potrete facilmente notare come tutti i miei adorabili cuoricini e stelline sbilenche siano stati ricoperti da strati e strati di colore.
Vabbè, la prossima volta mi prendo un cartoncino tutto mio.
PS Ultimo consiglio: prima di “firmare” un quadro, seppur digitalmente, ricordatevi in che anno vi trovate. Non sarà difficile: basterà consultare un calendario.