to be a mom

Cartolina dal (mio) Natale

Gennaio 7, 2014

Con questo post mi unisco allegramente all’iniziativa di Squa, di Francesca di Patatofriendly e di Babbonline #cartolinadalNatale. E con la scusa vi racconto il mio Natale, illustrato dalle fotografie rigorosamente Instagram, visto che la Reflex ci ha abbandonati proprio prima del Santo Natale.

(Sigh, Sob)

20140106-233553.jpg20140106-235048.jpg Dovrei premettere che il Natale per me è sacrosanto – a prescindere dalla sacralità implicita – e che per niente al mondo vi rinuncerei.

Dovrei illustrare il preambolo logistico che ha condizionato enormemente la mia agenda settimanale: cioè il fatto che, quindici giorni prima del Natale succitato, nel mezzo di preparativi, dead-line lavorative, recite scolastiche e Grandi Manovre del caso, sono stata abbandonata senza preavviso dalla mia personale Fatina delle Pulizie, cioè di quella giovane donna (giovane, avrà la mia età. Sono giovane io?), che per 3 ore la settimana, dietro lauto compenso (sì lauto: personalmente non ho mai preso quel che prende lei all’ora. Mai. Problema mio, sicuramente), mi fa “il bidet alla casa” come son solita dire, a significare che dà una ripassata globale all’intera abitazione, levando il grosso e il minimo e tralasciando quel minuto di cui mi occupo io 2 o 3 volte l’anno.

Se vi dibattete ogni giorno nel dualismo dei ruoli donna-emancipata / madre-di-famiglia, come me, odiando intensamente le declinazioni più “casalinghe” del secondo, avrete capito la portata del dramma e grazie: sento distintamente le vostre pacche sulle mie spalle.

Fatte le dovute premesse vengo al dunque: la vigilia di Natale l’ho passata a stirare e non è un modo di dire. Non ho praticamente fatto altro, alla faccia dei biscotti segna-posto che volevo confezionare per il pranzo di Natale a casa di mia suocera.

(E a posteriori, riflettendoci, meglio aver stirato.)

20140106-235032.jpgPoi abbiam fatto l’una di notte, io e Maritomio, per confezionare pacchi e pacchetti e allestire la stesa dei regali sotto l’albero. Lasciando abbastanza posto perchè Babbo Natale potesse depositare i suoi, sia chiaro.

[ Avrei dovuto fare un’altra premessa, ma temevo di annoiarvi. Allora faccio una digressione: dovreste sapere che, per vari motivi, l’anno scorso è stato il primo Natale in cui ci siamo svegliati a casa nostra, dopo 6 anni di convivenza. Una conquista enorme! …che è valsa la sveglia di buonissima ora a cui ci ha richiamati la Dodo, quest’anno più consapevole e galvanizzata da quell’attesa e quindi ancor più mattiniera del solito. ]

20140106-235206.jpg 20140106-235259.jpg Nonostante il sonno e la confusione causata dalla piccolina, che ha fatto una cacca esagerata, inzaccherando ogni strato di vestiario che aveva indosso e costringendomi ad abbandonare il campo sul più bello, quando lo spacchettamento era appena iniziato, sono state due ore bellissime che mi hanno ripagata della fatica dei giorni precedenti e grazie alle quali ho avuto la mia dose indispensabile di Spirito Natalizio.

Le due ore successive sono state di lavoro intenso per noi adulti e di noia mortale per le bambine.

Come ho già raccontato altrove, noialtri siamo una famiglia in trasferta: non abbastanza lontana dal parentado da vivere vite felicemente parallele e non abbastanza vicini da vivere all’incrocio con le vite degli altri, potendo però tornare a dormire nel nostro letto all’imbrunire (o anche più tardi).
Una fregatura pazzesca.
Questo significa che per le feste dobbiamo trasferirci con valigie e tutto quello che comporta spostare una famiglia di 4 persone (di cui un bebè), esattamente come degli expat, senza però avere il diversivo del cambio di nazione, di clima e nemmeno di latitudine. Ci spostiamo di 40 km, carichi come per un trasloco.
Considerate poi che, in questa occasione, c’era anche la dozzina di pacchetti che Babbo Natale ci ha portato per i cuginetti, senza avere, per altro, cura di scegliere scatole piccole.

Insomma: dopo due ore di carico-scarico, capricci indotti dalla noia e sudate che si sono poi gelate sulla schiena nel vento gelido che ci ha fatto ciao ciao appena fuori dal portone, siamo partiti alla volta del Paesello, dove siamo arrivati con trenta minuti di ritardo sulla (nostra) tabella di marcia, alle 13:30 ora di Greenwich +1.

Peccato che il parentado tutto, che ci attendeva a destinazione, fosse su un altro fuso orario: quello di Mosca, a conti fatti.

Quando siamo arrivati, infatti, gli altri, che erano lì dalle 11:00 avevano già brindato, cantato, ballato e chiacchierato, così, una volta finiti i tre round veloci di primo-secondo-frutta (che io non ho mangiato perchè Cecetta cominciava a svalvolare e l’ho portata in camera per farla dormire o almeno a cercare di farlo), hanno sparecchiato, salutato e per le 16:00 avevano già sgomberato il campo.
Quando sono scesa al piano di sotto, sempre più stanca (ho menzionato che avevo fatto l’1:30 la notte della vigilia?) e snervata come lo può essere solo una mamma che ha appena addormentato un bebè renitente, ho trovato un marito stordito dall’improvvisa diaspora ed una figlia che giocava da sola in un canto.
(Ci sono rimasta male. Anzi, ci sono rimasta malissimo e me la sono legata al dito, con un paio di nodi belli stretti che poi ho sciolto grazie ad una chat di whattsapp: li abbiamo questi smart-cosi, usiamoli! No?)

Ma il rendez vous natalizio implicito non era per pranzo e ad oltranza?
I casi sono due: o sono stata male informata io per 34 anni consecutivi, oppure gli altri stavano davvero sul fuso di Mosca.

Vero è che la sera prima, in quella stessa casa, c’era stata una maxi-cena della vigilia con più di 20 persone e un menu da 4 stelle Michelin a base di pesce, a cui avevano partecipato tutti tranne noi, nostro malgrado, che abitiamo lontano e che abbiamo una Cecetta che alle 20:30 vuol dormire e che non dorme se c’è rumore.
Vero è che il Natale al Sud è una giornata di secondo piano rispetto alla notte del 24 e che la famiglia in questione ha radici Campane.
Vero è che essendo tutti convenuti a casa di mia suocera alle 10:30 del mattino (perchè era malata e sono andati ad aiutarla a preparare), per le 16:00 praticamente avevano già fatto giornata.

Peccato che nel nostro fuso orario alle 16:00 fosse giusto l’ora di mangiare il Panettone.

Comunque chissenefrega, tanto io preferisco il Pandoro e a colazione, piuttosto che a fine pasto.

(Disse la volpe dell’uva)

Vabbè, sarà per la prossima volta (che ormai è praticamente il mio mantra, ma questa è un’altra storia…).

20140106-233522.jpg

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  • squa Gennaio 7, 2014 at 4:35 pm

    Silvia! Mi sono pemessa di aggiunger eil tuo link da Francesca, spero che ti faccia piacere…
    Ma alla fine i fermaposti li hai fatti?! vedo la foto… ??!

    • Silvia A. Gennaio 7, 2014 at 7:45 pm

      Ma certo che mi fa piacere!
      Invece i segnaposto non li ho fatti: quella foto si riferisce ad una precedente sessione di pasticceria (alta pasticceria) 😀

      Come vedi il Natale può deludere anche i meglio intenzionati!

  • Patatofriendly Gennaio 7, 2014 at 11:53 pm

    Ma come la reflex vi ha abbandonati…ma nooooo…
    quando al parentado che se ne va… quest’anno l’abbiamo festeggiato da noi e finito tutto…fuggi fuggi generale…e noi a sistemare con nanetto esagitato accanto… eh… 🙂 sarà per un’altra volta!

    • Silvia A. Gennaio 9, 2014 at 2:47 pm

      Si, ci ha mollati in panne: si è rotto definitivamente il motorino dell’autofocus. Però tranqui: per capodanno avevo già un obiettivo di ricambio, prestato. E presto ne compreremo uno nuovo, PER FORZA!! (meno male che era quello più “economico” e forse si è rotto per quello…)
      😉

      Baci e grazie della bella iniziativa, è stato divertente mettere il naso nei Natali degli altri…

  • Mamma avvocato Gennaio 13, 2014 at 3:41 pm

    Ma no, sono scappati via così…..non mi pare tanto carino in effetti!
    Per considera che ti sei risparmiata ore di saluti e bacini di congedo!
    un buon Natale! comunque mi pare no?
    Quanto al mezzo trasloco per andare dal parentado, noi abbiamo fatto 5 pranzi e cene così, da parenti tra i 25 e i 50 km e io il più delle volte ero sola con il nano (uno però)… Una faticaccia!!!
    Quindi capisco e solidarizzo con te!

    • Silvia A. Gennaio 15, 2014 at 12:46 pm

      Non avevano voglia di stare lì, è evidente. E posso anche capirli, avevano già fatto il pieno. Però cavolo…io dovevo ancora iniziare a festeggiare… 🙁

  • Una mega #cartolinadalnatale in parole | PatatoFriendly Marzo 14, 2014 at 11:29 am

    […] di storie dolcissime, in cui ci sono state albe, sudoku di pensieri e giochi… C’è stato qualcuno che in questo Natale ha “regalato” il […]

  • Una mega #cartolinadalnatale in parole » PatatoFriendly Maggio 7, 2014 at 9:39 pm

    […] di storie dolcissime, in cui ci sono state albe, sudoku di pensieri e giochi… C’è stato qualcuno che in questo Natale ha “regalato” il […]

  • 20 nemici dello spirito Nataliziomeduepuntozero Dicembre 21, 2014 at 5:27 pm

    […] scorso è iniziata male e finita anche peggio (e il fatto di averlo raccontato in un post non ha aiutato per […]