to be a mom

Cosa resta della donna quando diventa una madre?

Maggio 12, 2017

madri prima che lo diventasseroMi è capitato di inciampare nel progetto della scrittrice Edan Lepucki (raccontato dalla scrittrice stessa sul NY Times in questo articolo) che ha chiesto alle sue lettrici e followers di inviare una foto delle loro madri prima che lo diventassero. Le foto vengono pubblicate sull’account @mothersbefore, su Instagram, e sono accompagnate da un racconto che contestualizza la foto e racconta qualcosa della madre ritratta e della figlia che ha inviato la foto (e potete contribuire inviando le vostre, con qualche riga di accompagnamento – in inglese -, a mothersbefore@gmail.com).

Ho pensato di mandare anche io una foto di mia madre da giovane, ma poi ho pensato che lei potrebbe non esserne felice e forse prima le chiederò il permesso. O forse non lo farò per niente, perché in fondo, come dice la Lepucki, le fotografie delle nostre madri prima che lo diventassero, sono uno specchio per noi che le guardiamo e siamo venute dopo e bisogna avere voglia di mettersi davanti a quello specchio.

Dentro le foto delle nostre madri da giovani c’è la storia da cui siamo venute e che abbiamo interrotto: carriere, sogni, aspettative e l’idea che avevano di sé.

Dentro le foto delle nostre madri da giovani ci sono le cose che abbiamo ereditato, con piacere o controvoglia.

Quelle foto ci ricordano la nostra battaglia adolescenziale per diventare diverse da loro a tutti costi, e ci rivelano che abbiamo fallito e che era più che altro una guerra dichiarata a noi stesse.            

Ci sono tante storie dentro ogni persona, ma le storie che vivono dentro una madre sono accomunate tutte dalla stessa frattura: che tu sia una ragazza di vent’anni appena, che poco o niente sa ancora della vita, o che tu sia una trentenne con un lavoro e dieci anni di indipendenza alle spalle, l’arrivo di un figlio tira una linea dritta e spessa tra un prima, che mai più sarà, e un dopo che è tutto da costruire senza avere idea di come. Tutto ciò che appartiene al “prima”, è affidato per sempre alle fotografie ed ai racconti che custodiscono la memoria di quell’epoca.

Col “prima” se ne vanno l’innocenza, la spensieratezza e la bellezza sfacciata e inconsapevole della giovinezza. Con il “dopo” arrivano le responsabilità, la consapevolezza e la meraviglia per la vita mentre si crea.

I ricordi del prima rimangono aggrappati alle foto che ingialliscono rendendo imprecisi i contorni dei volti che ritraggono, e lasciano il posto all’”adesso” e al  “mentre” di cui la nuova madre diventa custode e archivio.

Le madri sono le sole a conoscere per intero la storia dei loro figli, di cui hanno registrato – uniche al mondo – ogni lineamento che cambia, ogni inflessione nella voce, ogni dente caduto, ogni conquista. Una madre sa i suoi figli come loro non si sapranno mai e, se è brava, può trasferire loro questa conoscenza mentre crescono, aiutandoli a tappare i buchi lasciati dai pezzi di sé che hanno lasciato indietro mentre crescevano, rinnegandoli.

Le foto delle nostre madri da giovani ci restituiscono l’immagine del mondo che conosciamo, appena prima che arrivassimo a sovvertirlo. Le nostre madri – se noi vogliamo – possono restituirci per intero l’immagine di quelli che siamo sempre stati.

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  • rossella boriosi Maggio 13, 2017 at 11:46 pm

    è la cosa più bella letta negli ultimi mesi

  • Marlene Maggio 14, 2017 at 7:51 am

    Per fare pace con la donna che era mia madre prima di diventare mia madre, ci ho messo quattro anni di psicoterapia. Poi ne ho fatto altri tre quando sono diventata mamma io, e ho capito che mia mamma di diventare mamma non ne aveva proprio nessuna intenzione. Da mamma l’ho compresa. Perdonarla è stato il passo fondamentale per vivere la mia maternità in maniera serena.