Il 20 Marzo è stata la giornata Internazionale della Felicità. L’ho sentito dire alla radio e subito dopo aver pensato “bella stronzata”, mi sono fermata a pensare e mi è tornata in mente una cosa che avevo scritto un secolo fa, nel mezzo di un carteggio con un amico piuttosto involuto: la felicità è una condizione dell’animo, non dell’esistenza e per sua natura non può durare più di qualche istante.
Essa appartiene ad un momento, ad uno sguardo, ad una sospensione del giudizio che sa essere tanto fuggevole, a volte, da lasciarti col dubbio che sia veramente avvenuta.
La felicità è una tavoletta di cioccolato, di cui non si può pretendere di cibarsi esclusivamente.
La felicità è un bicchiere di vino con un panino, magari con un’amica che non vedi da un tot.
Poi c’è la serenità, ma la serenità è un’altra cosa: è soprattutto una questione di punti di vista. Ma anche di ormoni, o di sfighe, o di meschinerie altrui.
A volte facciamo tutto da soli. A volte è il mondo esterno a proiettarci a pedate, vuoi in salita vuoi in discesa, sull’asse delle Y, mentre noi arranchiamo sull’asse delle X che è il nostro hoje em dia (il nostro “tutti i giorni”).
Io sono una che si fa proprio sballottare, ma per fortuna torno sempre in superficie e vado avanti a navigare, puntando all’orizzonte, verso una meta che sposto sempre più in là, nell’illusione dell’immortalità in cui sguazziamo un po’ tutti, fino a prova contraria.
Il bicchiere è sempre quello lì: non è vuoto e non è pieno. Ma magari certi giorni abbiamo più sete.
Io non sono capace di giocare a Pollyanna: io ho bisogno anche di arrabbiarmi e di protestare se qualcosa non va, ho bisogno di dirlo che quel merdosissimo bicchiere è vuoto a metà, anche se so che il giorno dopo ce ne sarà un altro da riempire.
Il bicchiere non è pieno, ma io me ne frego: questa è la vera rivoluzione.
E intanto la barca continui a navigare…
Quanto mi piace quello che scrivi!
E a me fa un sacco piacere sentire questa cosa!! 😀
Allora ci siamo proprio trovate!
🙂
Brava… È così che si fa!!!
grazie!