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Maschi quarantenni e partite da rifare

Febbraio 23, 2018

«A quarant’anni gli uomini sono tutti accoppiati e, se non lo sono, è perché non son buoni. Dai retta a me.»
«Accoppiati sì, ma tanto infelici.»
«Ma per forza: non erano preparati!»
«A cosa?»

«Alle donne! Siamo realiste: i maschi di quella generazione sono venuti su col Drive-In e i modelli patriarcali, che nel frattempo sono decaduti senza che nessuno si preoccupasse di avvisarli. Per le ragazze c’erano le femministe, le scrittrici, Cioè. Ma chi ha mai parlato con loro? Ai maschi non ci ha pensato nessuno e adesso si ritrovano con queste fidanzate e mogli che a quarant’anni gli esplodono in mano e non sanno neanche bene il perchè.»
«Dai, però se la cavano! I quarantenni di oggi sono padri di femmine molto migliori dei nostri. Mio padre non ha ancora settant’anni e quando ero piccola vagheggiava del “buon partito” che avrei dovuto trovare! Nessun quarantenne lo farebbe oggi con una figlia.»

«Il problema non sono le figlie, infatti. Il problema sono le madri di quelle figlie. Ma anche loro hanno belle responsabilità, sia chiaro! Voglio dire: quando si trattava di fidanzarsi mica gli hanno fatto l’esame di economia domestica. Mica sbrodolavano per il tipo col Ciao: andavano dietro al bellimbusto con la moto da Cross che impennava come un drago. Mica si innamoravano del batterista: sbavavano per il cantante, al massimo per il bassista. E quanto si scioglievano per stronzate tipo “tu sei solo mia”, “il primo che ti guarda lo meno”, “tu non ti devi preoccupare di niente, penso a tutto io”, sentite nelle commedie romantiche su Italia Uno nei pomeriggi d’estate? Poi, una volta sposate con prole, hanno scoperto che si sarebbero dovute preoccupare di tutto, da sole. Che invece di guardarle, i ragazzini avrebbero preso a chiamarle “Signora”. E che l’esclusiva degli aggettivi possessivi e dei nomignoli teneri sarebbe passata irreversibilmente ai figli. D’un tratto hanno consapevolizzato la lezione femminista e bon: quegli uomini lì non vanno più bene. E avranno anche ragione, per carità. Ci sarebbe da domandarsi però cosa avessero nella capoccia a venticinque anni…»

«E cosa ne facciamo allora di questi maschi erranti e senza bussola?»
«E di queste donne consapevoli e infelici?»

«Ci vorrebbe di ricominciare la partita e fare “la bella”»
«Oppure mischiare il mazzo e ridare le carte…»

 

Avete letto un dialogo che non è mai avvenuto.

Forse.

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