to be a mom

Mamma Creativamente Inoccupata VS Business Mom

Febbraio 5, 2013

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L’altra sera smanettavo sul web prima di dormire e ho letto un articolo -già un po’ vecchio per la verità- che mi ha fatta innervosire un bel po’. Eccolo.
Buona parte del livore, lo ammetto, è da attribuirsi a nient’altro che invidia, ma poi c’è anche che certe volte, in nome della retorica, chi scrive va alla deriva sulle sabbie mobili di certi stereotipi (con cui si pretende di contrastarne altri, in un delirante gioco di specchi).

Se potesse leggermi, io a questa business-mom vorrei rispondere così:

Cara Business Mom,

ti sei addentrata su un terreno brullo in infradito, ma di questo eri probabilmente consapevole ancora prima di pubblicare. Non sei mica scema.
Bhè, io ti voglio parlare da Privilegiata a Privilegiata e dirti quanto ti invidio. Sì. Io quella vasca da bagno in hotel, da sola,  la vorrei tanto, e invece ho la doccia, e me la faccio la mattina tra le 7 e le 7:30, sperando che i miei due mostriciattoli non si sveglino proprio mentre ho la testa piena di schiuma e di solito ci riesco, perchè sono capace di piani operativi esatti al millimetro, prevedendo anche l’imprevedibile. D’altra parte un tempo contribuivo a compilare piani di produzione per troupe di 40 persone, a qualcosa mi sarà servito.

Tu scongeli cotolette dal freezer, io invece preparo una cena di due portate in 40 minuti, e in mezzo ci infilo doccia/bagnetto-pigiama di due bambine: roba che Benedetta Parodi e il suo Salvacena mi fanno ridere (ah già, tu non sai neanche chi sia Benedetta Parodi: conduce un programma di cucina, pomeriggio e sera, prima del Tiggì). D’altra parte ho chiuso 4 spot in un mese una volta in agenzia, come unica producer responsabile, cosa vuoi che sia una cena e due bambine da strigliare?

In un pomeriggio, se mi girano particolarmente le palle, sono capace di sfornare due teglie di brioches, due crostate -di cui una con crema pasticcera e frutta fresca- e un pan di spagna ricoperto di ganache al cioccolato (così si sfrutta meglio il forno caldo, e si ammortizzano i costi dell’elettricità) e arrivo comunque in tempo all’asilo alle quattro e mezza.

Siccome ero incinta e con data presunta a fine Novembre, i regali di Natale li avevo già finiti il 28 Ottobre; ho detto finiti, sì, non comprati. Ne ho confezionati con le mie mani almeno un terzo. Perchè un’altra volta in cui mi giravano parecchio le palle, ho imparato il punto croce, copiando da un vecchio centrino, e ho scoperto che libera la testa e scarica i nervi, così ho iniziato a ricamare come palliativo dello Xanax – ho già accennato al fatto che funziona? prova anche tu!.

Sai perchè mi girano così spesso le palle? Perchè io quel lavoro creativo ce l’avevo e ora non ce l’ho più. Mi hanno liquidata dopo la prima figlia. Ho avuto altre offerte ma economicamente umilianti e non ne valeva la pena. Una volta a un colloquio mi hanno anche chiesto, credendosi simpatici: “Tu hai una figlia di due anni. E’ indipendente vero? Si fa il bucato, si prepara la cena?”. Come dire: “Sei disposta a fingere che non esista e non abbia esigenza di averti con sè (fisicamente)?”.

Tu sei disposta? Io no.

Se fosse ammissibile che ne valga la pena, certo non la varrebbe per ciò che mi offrivano in cambio, cioè quasi niente. Partita iva, zero garanzie, zero crescita, zero libertà: roba che non puoi neanche toglierti lo sfizio di un paio di scarpe quando ti girano tanto le palle (perchè hai la retta del nido da pagare, se no col cavolo che riesci a lavorare!).
E allora meglio cucinare. O ricamare. Le palle smettono di girare comunque, e ti bastano pochi spiccioli.
In fondo “comunità femminili creative dalle mani di fata” ce le hai chiamate tu no? E non avresti potuto definirle meglio, seppur tu lo abbia fatto con sarcasmo. Tutta quella vis creativa, fattiva, produttiva che riverseremmo (avremmo riversato, riverseremo) nel lavoro, la dovremo pur dirottare da qualche parte! Altrimenti esploderemmo, anzi, imploderemmo. Perchè “mamma e basta” non basta a nessuna, e io ne ho le prove.

Ammettiamolo, a scanso di esser prese per donne che vivono sulla luna: i problemi “veri” sono altri e ben più gravi. Noi ce la spassiamo, tutto sommato: io nella mia casa piccolo borghese di seconda generazione ad aspettare la prossima occasione di lavoro, o la prossima ispirazione per inventarmene uno, tu sulle tue rotte internazionali (o in macchina verso Pietrasanta se è per quello: anche l’autostrada ha il suo perchè quando non devi passare il viaggio a raccontare Cappuccetto Rosso in loop, e offre quel silenzio che menzioni e che io non so neanche più cosa sia, se non a tarda notte mentre rubo attimi di sonno prezioso prima della prossima poppata, per scrivere un post da lanciare come un messaggio in bottiglia che non so dove, se arriverà, nè a chi). E’ evidente non ci manchi il pane: se ci mancasse cambierebbero le nostre unità di misura, entreremmo in un sistema metrico a noi sconosciuto -grazie a Dio o a chi per lui- e guarderemmo la vita da tutt’altri punti di vista.
Ma in questo nostro sistema metrico, ce la vuoi concedere la soddisfazione di pensare, e a ragion veduta, che ogni singola polpetta che abbiamo cucinato per loro, ogni volta che siamo andati a prenderli a scuola, ogni volta che li abbiamo accompagnati a nuoto, a danza, a judo o al teatro delle marionette, abbiamo contribuito con un piccolo mattoncino a costruire un essere umano più sereno, più stabile, più forte: in una parola, più felice?
Perchè anche se li AMIAMO con la stessa unità di misura io e te, se io ci sono e tu sei via per lavoro, io sto facendo qualcosa per loro e tu stai facendo qualcosa per te. Che sia meglio ciò che sto facendo io o ciò che stai facendo tu, lo possiamo stabilire solo noi per noi stesse.
Ma certo è che non si può dire che stiamo facendo la stessa cosa.

Da una mamma “creativamente inoccupata”.

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  • lorigg Febbraio 6, 2013 at 10:49 am

    Splendida e veritiera la tua risposta…mi piaceva molto leggere l’articolo della business mom ma non si apre correttamente il collegamento.

    • mammaduepuntozero Febbraio 6, 2013 at 11:30 am

      Oooooops!! Vado subito a controllare… Grazie della segnalazione, sono un pasticcio! 😛
      Silvia

  • mammaduepuntozero Febbraio 6, 2013 at 12:06 pm

    Ok, ora il link funziona….. 😉

  • Chino Febbraio 6, 2013 at 12:29 pm

    Ciao SIlvia.
    Ho letto con attenzione la tua risposta. Non ho potuto fare a meno di leggere l’articolo che ha scatenato il tuo giramento di palle.
    La donna di cui parli non è invidiosa. E’ EGOISTA ed EGOCENTRICA. Si mette sullo stesso piano di ragionamento di suo figlio di 8 anni, probabilmente “l’intralcio” della propria piena realizzazione. Ogni minuto che tanto vaneggia lontano dal suo “Mammaaaaaaaaaa”, lo rimpiangerà, quando da grande suo figlio si comporterà come lei: da vero egoista! Cara supermamma lavoratrice, tuo figlio non ha scelto di essere messo al mondo, ma l’hai scelto tu. Tuo figlio non ha scelto di preferire il bacino della buonanotte via etere, ma l’hai scelto tu. Tuo figlio non ha scelto di coccolarsi con surrogati della mamma (la tata, la tv, e data la tecnologia menzionata nell’articolo, chissà da quali altre diavolerie elettroniche!). Tuo figlio, come tutti i bambini vuole il contatto fisico, vuole impiastricciarsi le mani con te, vuole condividere giochi con te, vuole stare FISICAMENTE attaccato alla sua mamma, Il tuo fare è egoismo puro. E se tuo figlio ti sembra felice, sappi che lo è perchè sa che tu vuoi così. Lo fa per non dispiacerti e per cercare accettazione da parte tua. A leggerti mi è venuto il voltastomaco, perchè sono daccordo con la realizzazione personale, ma quando si hanno i figli, la creatività vera sta nel conciliare le proprie aspirazioni di donna con le loro esigenze, che hanno la priorità, e non viceversa!…DIVENTARE GRANDI, MATURARE, RESPONSABILIZZARSI..parole sconosciute vero?..imponi la tua vita ad una persona che non può scegliere in nome di cosa? non mi è ancora chiaro. dei soldi? del potere? della realizzazione personale come manager come imprenditore??? sai che se faranno i tuoi figli di tutta questa tua creatività fine a te stessa? NIENTE. Mi chiedo chi sia il vero bambino tra i due. In bocca al lupo per la tua carriera. Che ti porti tanta fortuna.

  • mammaduepuntozero Febbraio 6, 2013 at 10:30 pm

    E’ evidente che questo argomento tocca corde profondissime in noi mamme. Per questo motivo bisognerebbe essere sempre molto consapevoli della pluralità delle situazioni, dei sentimenti e delle situazioni che noi donne viviamo, sempre problematiche, controverse che ci costringono a spaccarci in due. Trovare l’equilibrio è difficile, difficilissimo. Il bambino è felice se la mamma è felice.
    Tuttavia hai ragione Chino quando dici che l’egoismo non lascia spazio alla felicità dei nostri bambini, e in ultima istanza neanche all’egoista stesso.
    Non mi permetto di giudicare nessuna scelta di vita, nessuno stile di vita, nessuna donna. Ma su certi argomenti l’ironia risulta insopportabile, specie se sconfina nella superficialità (superficialità degli scritti, non della persona!).

  • Mae Febbraio 28, 2013 at 1:38 pm

    Bellissimo post!! Io conoscevo già l’articolo in questione, ne ho discusso e credo che non meriti nemmeno tanto clamore, perchè per me quello il suo fine. Io mi ritengo abbastanza nel mezzo, sono mamma di due bambini di 3 e 5 anni , una mamma lavoratrice come tante, correre correre e magari volare, per riuscire a non far mancare nulla ai miei figli .. e di fare bene il mio lavoro. Non è facile … ma alla sera abbraccio i miei figli e siamo felici.
    ciao
    Maeva

    • mammaduepuntozero Febbraio 28, 2013 at 2:47 pm

      Grazie Maeva!
      L’articolo in questione voleva essere provocatorio ma ci sono argomenti su cui non si ha voglia di scherzare perchè sono troppo complessi. L’imperativo è rifuggire dai luoghi comuni, in un senso e nell’altro. E come ho detto all’autrice stessa del post in una discussione su Facebook, anche l’essere presenti coi propri figli è un valore e andrebbe difeso, pretendendo che, pur essendo presenti e seri sul lavoro, si abbiano comunque spazi per la famiglia.
      Non credi?
      😉

  • arianna Marzo 5, 2013 at 11:37 am

    ciao, io invece l’ho proprio attaccata, dandole dell’egoista e molto altro. Un po’ non avevo capito il fine dell’articolo, un po’ ero rimasta basita dalle sue parole. Sono andata a cercare chi si palesasse dietro queste affermazioni e ho scoperto una donna dalla parte delle donne, ex manager che ha vissuto il mondo della donna che lavora in modo un po’ diverso da chi lo vive senza tutte le realizzazioni, i benefit che aveva lei ma non per questo senza ansie. io sto nel mezzo, perchè lavoro e ho tre bambini, ma casco sempre decisamente dalla parte dei bambini, perchè per me la loro gioia vale più della mia, non come obbligo o come imposizione ma per l’amore che provo per loro.

  • arianna Marzo 5, 2013 at 11:39 am

    con questo, ho capito cosa voleva dire e per certi versi ho elaborato il messaggio, mi è piaciuto il suo blog e ogni tanto vado a leggermi qualcosa!!! diciamo che dalla rabbia iniziale è anche uscito qualcosa di buono. Io continuo a fare le polpette…almeno non nitriscono 🙂 e se mi capita di far quelle svedesi sono tutti contenti, ma che non diventi un’abitudine!

  • Gatta Giugno 5, 2013 at 10:17 am

    Hai tutta la mia stima,perchè io con un piccolo di 13 mesi non riesco a fare niente 🙂
    Lasciala nel suo brodo di wonder woman…tu puoi aggiungere,al woman,anche mamy!