to be a mom

Buoni propositi ed altre incoerenze

Febbraio 19, 2013

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Se c’è un vantaggio nell’essere “primipare attempate” é senza dubbio il fatto di avere avuto un sacco di tempo per fare riflessioni sulla genitorialitá e di armarsi di tutta una serie di buoni propositi per la futura carriera di mamma.
A onor del vero (e di amor proprio), devo precisare di non essere poi così attempata, a meno di prender per buona l’opinione di mia nonna che, per quanto biologicamente coerente, non è aggiornata ai livelli attuali d progresso dell’ostetricia e della genetica.

Quel che è certo è che, rispetto a qualche decennio fa, siamo genitori più vecchi e più saggi. E non solo per merito di Tata Lucia.

Ora però vi sfido ad elencare tutti i buoni propositi fatti alla nascita del primo figlio, e poi vi sfido alla conta di quelli cui avete saputo essere fedeli.
Comincio io:

1. Mia figlia non mi sentirà mai litigare con suo padre.

2. Mia figlia non mangerà cioccolato fino ai quattro anni.

3. Mia figlia non mangerà caramelle o lecca lecca finché non sarà in grado di comprarseli da sola (con il suo stipendio).

4. Quando mia figlia mi chiederà: “Perché?”, le darò sempre risposte pazienti e corrette.

5. Non le dirò mai bugie.

6. Non lascerò che le mie ansie e le mie paure le tarpino le ali: se sarò in grado le mostrerò la via, ma lascerò che la percorra da sola.

Saggia no?

Se nella mia triennale esperienza di mamma non posso dire di essere stata coerente con quanto mi ero ripromessa, certo è che sono arrivata a qualche conclusione saggia almeno quanto quei propositi.
No, non siamo perfette e non arriviamo a tutto, anche se amiamo torturarci con l’idea che dovremmo. Ma la notizia è che le nostre imperfezioni e i nostri errori non porteranno necessariamente i nostri figli sul lettino di uno psicoterapeuta alle soglie della maggiore età. L’importante è saper individuare le cose che contano davvero per loro, guardarli, ritornare sui propri passi, chiedere scusa se serve.

Confesso:

1. Non so più le volte che mi sono sentita urlare, al cospetto di mia figlia, contro suo padre. A volte vorrei saper mettere in pausa ogni discussione, destinandola a spazi rigorosamente child-free per esaurirmi le corde vocali senza sensi di colpa. Poi penso che sarebbe persino meglio riuscire a metterle in pausa e buttarle via a fine giornata.
La domanda è: il vostro progetto è ancora in piedi? Avete sempre intenzione di essere una coppia?
Se la risposta è sì è solo questione di tempo, e di impegno: il primo cancellerà le urla dalla testa dei nostri figli e il secondo farà in modo che non ce ne siano tante da non poter essere cancellate solo dal tempo (e lì allora sì che entrerebbe in scena lo strizza cervelli).

2. La Dodo, all’età di (quasi) tre anni, con le caramelle per lo più ci gioca, non essendo stata abituata a mangiarne non sa che farsene e di questo mi prendo tutto il merito. Ma quale merito potrei attribuirmi se le negassi una calza della befana ripiena di dolcetti? E che senso avrebbe regalargliela per poi negarle il permesso di mangiarne il contenuto? (Lontano dai pasti, e solo una al giorno!)

3. Sul cioccolato dovrei prima fare un discorso a parte a proposito delle mie debolezze, per poi spiegare perché per il suo secondo compleanno le ho preparato una torta Foresta Nera degna di una pasticceria di Vienna, contribuendo così ad alimentare (colpevolmente ma con gusto) una sua caratteristica che non esito ad attribuire alla mia parte di cromosomi: una genuina e accorata passione per la cioccolata.

4. Qui mi appello a tutta la vostra onestà e vi chiedo se siete stati capaci, di fronte agli insaziabili, continui, illogici “perché?” dei vostri figli, di rifuggire da quelle tautologiche, esasperate risposte tipo “perché sì!” o “perché due non fa tre!”. Io no.
Non credo, tutto sommato, che se a 19 anni dovesse fallire il test d’ingresso a medicina si potrà attribuire una qualche responsabilità ad una mia uscita infelice, fatta al culmine dell’ennesima escalation esegetica.

5. Su questo punto sono stata bravissima e mi auguro che continuerò ad esserlo. La fiducia si costruisce giorno per giorno e le bugie sono una coperta sempre troppo corta: è stupido cercare di proteggerli dalla realtà con una bugia, come per decenni si è creduto opportuno fare coi bambini. Non esiste argomento che non possano digerire e di solito se sanno cosa accadrà, se conoscono la verità si dimostrano in grado di metabolizzarla persino meglio di noi e sono più sereni.

6. Per valutare se sono stata brava è troppo presto. Per ora quel che so è che quando mia madre dice alla Dodo “Non correre che cadi”, io correggo con “Se cadi rialzati e continua, ma stai più attenta”.

Ora tocca a voi, avete il coraggio di farmi l’elenco?

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  • Simo Febbraio 20, 2013 at 7:09 am

    Io sono una primipara attempata…ma la mia cucciola ha solo 3 mesi e mezzo e quindi ho ancora tanto tempo per smentirmi…ci risentiremo tra qualche anno. ^______^

    • mammaduepuntozero Febbraio 20, 2013 at 7:48 am

      …. è presto per le confessioni…ma i buoni propositi sono certa che li hai già fatti! 😉

      (Avevi fotografato un libro di T. Hogg o sbaglio?..io l’ho letto e l’ho trovato molto utile!)

      • Simo Febbraio 20, 2013 at 8:03 am

        I buoni propositi e come evitarli anche se ti dirò non ne ho fatti tanti…forse perché ancora non mi rendo conto di come evolverà…Si il libro lo sto leggendo adesso è stato un regalo di Natale di mia sorella ^^

  • Simona Febbraio 26, 2013 at 8:09 am

    Uhm… Io mi sento ancora molto “apprendista”… Posso ritornare??!!

    Grazie di essere passata da me, ieri (sì, sono sempre io… ma questa è la nostra casetta su wordpress!)

  • val384 Luglio 22, 2014 at 4:48 pm

    Ti leggo da poco ed è la prima volta che commento. Primapara giovanissima e pluripara a meno di 30 anni, i buoni propositi li avevo anche io, da tabella, da manuale, da Tata Lucia.
    Infranti, con moderazione. Più che altro il guaio è stato (ed è) mantenere la moderazione con il secondo figlio, con il primo si “sbraga” meno, con il secondo si è molto più indulgenti (con se stessi).

    • Silvia A. Luglio 25, 2014 at 3:29 pm

      Pensa cosa deve succedere con il terzo!!
      🙂
      Piacere di conoscerti Val! Spero di ritrovarti spesso, ora che hai rotto il ghiaccio! 🙂