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E a stranieri, in classe, come siamo messi?

Settembre 13, 2016

Scuola Elementare – Interno Giorno.
Primo giorno di scuola: presentazione delle classi prime.

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«E a stranieri, in ‘sta classe, come siamo messi?»

«Uhm… non saprei. Come li distinguo?»

«Ma, per esempio: quella bambina in prima fila, quella con gli occhi a mandorla. Non sarà mica italiana, no? Guarda, c’è sua madre lì dietro, anche lei con gli occhi a mandorla»

«Veramente quella è la mamma della bambina in terza fila, quella col cerchietto glitterato, se la stava sbaciucchiando in corridoio un attimo fa»

«Ah. Ma la bambina è… Non sembra… Insomma, non ha gli occhi a mandorla!»

«Avrà preso dal papà. Oppure quella non è sua madre, ma una psicopatica che va in giro a sbaciucchiare i bambini altrui. A proposito, dov’è nostro figlio? …ah eccolo. Guarda, che tenero… si è scelto un banco in prima fila!»

«Bhè, quella bambina là con le treccine: ultima fila, terzo banco dalla finestra. Quella è magrebina, è evidente»

«Però ha risposto all’appello quando hanno chiamato “Provenzano”, forse è solo siciliana»

«Oddio, sarà mica parente??»

«Ma non credo! È un cognome piuttosto diffuso. Avevo una prof che si chiamava così all’università, completamente innocua: magari con 18, ma se ti interrogava lei l’esame lo passavi anche senza studiare»

«Ok, ce l’ho. Seconda fila: il bambino di colore con gli occhiali rossi. Cosa sarà? Eritreo? Etiope?»

«Sì, ma, i suoi sono quei due sotto la finestra: bionda sui quaranta con trucco colato e tizio allampanato con sorriso ebete, accanto a lei. Uh! Guarda: ha la camicia in pendant col figlio!»

«Cosa sarà, adottato?»

«Ehi, hai sentito? Ecco lo straniero! Bambino con la maglietta blu: prima fila sotto la cattedra. Si chiama Hans e parla pochissimo italiano,”andrà un po’ incoraggiato“, lo ha appena detto la maestra»

«Vabbè ma lui non conta come straniero. È olandese!»

«Ah. Quindi? Come li distinguo gli stranieri

«Mh. Magari facciamo un sondaggio più approfondito alla riunione per l’elezione dei rappresentanti? Ora andiamo dai, la presentazione è finita. Ci becchiamo a pranzo per un kebab?»

«No il kebab no che ho un briefing subito dopo pranzo …sushino?»

«Andata per il sushino!»

«Prima però andiamo a salutare il nostro cucciolo, guardalo là com’è bello!»

«Dio, come crescono in fretta…»

 

Avete letto una conversazione che non è mai avvenuta.

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