to be a mom

Da grande voglio fare la ballerina

Dicembre 1, 2014

“Ah sì? La Dodo fa danza? E le piace?”

“Le piace tantissimo! Conta i giorni da una lezione all’altra!”

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Due giorni dopo.

E’ giornata di shooting: stiamo facendo le foto dei nostri Dodini, freschi di stampa, siamo alle ultime battute e tra poco il sito sarà pronto, arredato e funzionante.
Siamo molto felici, ma c’è un problema con le rilegature: forse è già risolto ma lo scoprirò proprio durante la lezione di danza, quando mi incontrerò con lo stampatore per fare alcune prove.

Schizzo a prendere la Dodo alle 15:30, ho 45 minuti per l’intera operazione e mi sembra un lusso impagabile: di solito mi riduco a fare tutto in 20. E non vi sto a raccontare della settimana scorsa, quando sono rimasta a piedi con la macchina in mezzo ad un incrocio, senza benzina, a metà strada tra la scuola e la danza.
La Dodo è entrata nel panico: “Mammina ma io ci voglio andare a danzaaaaa….”, e giù lacrime.

Ve l’ho detto no? Lei AMA la danza.

(Per la cronaca: dopo che due sconosciuti, materializzatisi in mezzo alla carreggiata e poi subito scomparsi mentre mi affannavo a dire grazie un trilione di volte, ci hanno spostato la macchina in uno spartitraffico, abbiamo chiamato un taxi, nel quale l’ho cambiata, e siamo arrivate, con 5 minuti di ritardo ma siamo arrivate.
Ho menzionato il fatto che pioveva?)

Siamo in macchina, questa volta rilassate: il serbatoio è pieno, mia madre è venuta a trovarci e andrà a prendere Cecetta e io avrò tutto il tempo di risolvere il mio problema con la rilegatura mentre la Dodo saltella tutta vestita di rosa insieme alle sue amichette. Perfetto.

“Mammina, io sono troppo stanca, mi sto quasi addormentando. Non ci voglio andare a danza…”
“…”

Quello che ho pensato è stato: “E no cazzo, tu ci vai a danza, oggi che va tutto liscio e io ho da fare, tu ci vai!”.
Poi mi sono ricordata di quella mamma che a colpi di “Ma insomma?! Non vuoi diventare una ballerina?!”, costringeva qualche settimana prima sua figlia, in lacrime, ad entrare alla lezione di danza, mentre io pensavo che si era appena aggiudicata 4 piercing in luoghi su cui non batte il sole e almeno 2 fidanzati impresentabili, da lì a non più di 12 anni.
Ho pensato che non sarei stata quel tipo di madre, nonostante l’idea che mia figlia frequenti lezioni di danza classica per almeno una quindicina d’anni mi solletichi un bel po’, e ho valutato il possibile piano B: faccio venire mamma al portone, le consegno la bambina e poi mi incontro all’angolo col rilegatore.

“Ma sei sicura amore? Non è un capriccio vero?”
“No Mammina, sono davvero tanto stanca!”
“Ma senti, ci vuoi andare a vedere la ballerina grande (una ragazza che prende una lezione privata proprio prima delle piccolette – nda)? Poi andiamo a casa…”
“Sì, voglio vederla, ma poi voglio andare a casa!”
“Ok”

Guardiamo la ballerina grande, riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso casa. Una volta parcheggiato, ci dirigiamo verso il bar, perchè mia mamma è in ritardo sulla tabella di marcia e io non voglio far aspettare il mio stampatore. Non rinuncio a fare un’ultima doverosa raccomandazione a mia figlia, la cui sicurezza in se stessa ho avuto la lucidità di non minare con un’imposizione fuori luogo. Pat pat.

BALLERINE

“Dodo, la mamma si fida di te, quindi se mi dici che sei troppo stanca per la danza io ti credo. Ma ricordati che ti sei iscritta e abbiamo preso un impegno, quindi salvo casi eccezionali, come oggi, ci andiamo. Ok?”

“Ma mamma, se andavo a danza, con la Nonna ci stavo pochissimissimo che poi lei deve andare a casa.”

Ecco. Appunto.

Inutile dire che il mio incontro “di lavoro” è finito in 5 al bar tra pop-corn e succhi di frutta e che tutta la stanchezza è sembrata dissolversi magicamente, una volta rientrate in casa.

Per fortuna il problema con la rilegatura l’abbiamo risolto.

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