to be a citizen, to be me

People have the Power (my Pearl Jam experience)

Giugno 23, 2014

Non ero mai stata ad un concerto a San Siro.

Non ero neanche mai stata ad un concerto dei Pearl Jam e non pensavo ci sarei andata, fino a una settimana fa.

E invece alla fine ero lì: a celebrare ballate rock che conosco da 15 anni. Sono andata a vedere il mio gruppo preferito di quando era ragazzina e ci ho incontrato un sacco di trentacinquenni dall’aspetto davvero poco rock and roll. Tipo me.

La prima sorpresa è stata scoprire che di tempo ne è passato più di un decennio.
La seconda sorpresa è stata ritrovare, in certi anfratti della mia coscienza, la ragazzina di un tempo: più o meno mille anni fa.

Abbiamo acquistato i biglietti all’ultimo minuto, grazie all’estro di Maritomio, e ovviamente eravamo ai margini, in un punto dove non si vedeva tutto intero neanche il maxischermo e in cui l’audio ci arrivava in mono. Per contro c’era un sacco di cielo da quella parte e tirava un’aria fresca a ristorare il crepuscolo di quella notte: la più corta dell’anno.
E poi eravamo in alto, più in alto del cielo.

A fare le scale in discesa, giù da quegli anelli, mi venivano le vertigini, e tutto quel vuoto davanti era così grande e così pieno di quelli che da lontano non sembravano che puntini di colore, da farmi sentire al contempo infinitesimale e potente.

L’Uomo sa fare cose straordinarie, incredibili.

Quella massa sinuosa di cemento armato, precipitata di fianco ad un vecchio ippodromo da un altro universo, così grande da non riuscire ad abbracciarla tutta intera con lo sguardo, se non da una considerevole distanza, l’hanno costruita puntini di colore come quelli là.

Esseri umani. Che sono capaci di cose grandi e meravigliose grazie all’ingegno, alla fantasia e all’ambizione, eppur si perdono.

Siamo piccoli ma, lasciatevelo dire da Eddie, tutti insieme facciamo impressione: improvvisamente abbiamo forza. Eppure ce ne dimentichiamo: ci chiudiamo in casa, rintanati dietro qualche orpello più o meno tecnologico, invece di andare fuori, fronteggiare la folla: vedere da vicino l’effetto che fa.

I wanted to say, before we leave, that you have cities in this Country that are eternal, we are now the greatest age of science, knowledge, technology and discovers: the greatest days the whole world has ever known, and at the same time war and people’s mental health and corruption in the Governments, keep all the people from living in peace.

[Volevo dire, prima di andarmene, che avete città in questo Paese che sono eterne, e siamo nell’epoca più luminosa della scienza, del sapere, della tecnologia e delle scoperte: i giorni più gloriosi che il mondo abbia mai conosciuto. Ma allo stesso tempo le guerre, e la perversione della mente umana, e la corruzione dei Governi, impediscono ai popoli di vivere in pace. ]

[ovazione del pubblico]

And so we agree on this. And, again: it’s such a beautiful thing to go anywhere in the world and see this many people agree on anything.
It’s fucking beautiful. It’s a miracle!

So thanx for letting us witness this, because it gives us the hope that as long as the sun keeps fucking burning, that we want keep trying, and trying together, to make this a world where peace, and joy, and love, and health live. And that we can win.
We will win.

Eddie Vedder, Miano, 20/06/2014.

[ Dunque siamo d’accordo su questo. E ancora una volta: è una cosa meravigliosa vedere così tante persone che sono d’accordo su una cosa, qualsiasi cosa.
E’ bellissimo, è un miracolo.
Quindi grazie di averci permesso di esserne testimoni, perchè questo ci dà la speranza che, fintanto che il sole brucerà, vogliamo provare a rendere questo mondo un posto dove pace, e gioia, e amore, e salute esistono. E che possiamo vincere.
E vinceremo! ]

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=POdADlj4HNU]

Io per esempio avrei rinunciato a quel concerto, già tutto esaurito mesi e mesi fa. Mi sarebbe spiaciuto e avrei rosicato leggendo i twit; ma avrei pensato che tanto quella ragazza che li ascoltava, mille anni fa, era lontana, perduta, e che quel concerto era arrivato fuori tempo massimo.
Se le cose sono andate diversamente è stato grazie ad una spintarella.

E quante altre cose ci saranno che rischierò di non fare, aspettando la prossima spintarella?

Vale la pena darsi una mossa. Non siete d’accordo anche voi?

 

 

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  • gab Giugno 23, 2014 at 9:01 pm

    …daccordissimo!
    (io li ho visti 8 anni fa, per la prima volta, a Torino, e…wow!!!)

    • Silvia A. Giugno 23, 2014 at 9:04 pm

      😀 e a San Siro c’eri?

      • gab Giugno 25, 2014 at 12:50 pm

        no…san siro no. 🙂

  • Marco Giugno 25, 2014 at 1:18 am

    Anche io ero in zona venerdì 🙂
    Ma sai quante volte i miei vestiti mi dicono che sono cambiato?!
    Eppure ogni volta che ne ho bisogno la musica è lì dall’altra parte di me, non ha la pretesa di apparire ogni giorno, non è una fidanzata gelosa, ha voglia solo di marchiare qualsiasi solitudine o felicità in cui abbiamo la fortuna di sprofondare.
    Ho conosciuto i Pearl Jam passando dai Nirvana e dagli Alice in Chains, ho subito capito che loro erano “ok”, tempo al tempo, senza affrettare le cose, sono volate emozioni. Ma quando nasce la curiosità, è lì che c’è la “fregatura”. Perchè lì cominciano ad appartenerti! Lì cominci a volerne di più e a controllare ticketone giorno e notte pur di trovare un biglietto…
    Concerto vissuto da solo, intensamente in me, davvero.
    Ne avevo bisogno.
    Saluti a fan e non.
    Marco
    Ps. Grazie mille per la traduzione, mi serviva.

    • Silvia A. Giugno 25, 2014 at 12:20 pm

      Prego Marco!
      Emozioni grandi, quasi dimenticate, e un riaffiorare di me che non mi aspettavo.
      Ci capiamo…
      😉

  • Slac Luglio 1, 2014 at 6:40 pm

    La ragazza che li ascoltava mille anni fa, era accanto a me, a San siro, con birretta in una mano e l’ altra verso il celo cantando e provando le stesse emozioni di quel tempo.
    Certe cose non svaniscono con il passar del tempo, quello che ERI, ti fa essere quello che SEI..
    …. e meno male che eri così