I Secondi sono una sorpresa in differita.
Tendi a darli per scontati: un po’ perchè sai quel che ti aspetta e un po’ perchè di tempo ne hai poco e quel poco non lo vuoi certo sprecare in attimi di sterile contemplazione in attesa della catastrofe che rovini il tuo mondo così perfetto e fragile, e che tuo malgrado mai arriverà.
Per i Secondi temi un po’ di meno: gli fai salire la febbre di qualche centigrado in più, prima di preoccuparti; li lasci piangere per qualche minuto oltre i tuoi standard della prima ora, prima di precipitarti al loro capezzale. Un po’ perchè sai che non ogni febbre sarà quella che li ucciderà e un po’ perchè di tempo ne hai poco e quel poco non lo vuoi certo sprecare in attimi di sterile contemplazione in attesa della catastrofe che rovini il tuo mondo così perfetto e fragile, e che tuo malgrado mai arriverà.
Per i Secondi sviluppi un bagaglio di sensi di colpa in differita.
Se nei primi mesi tendi ad abdicare a quasi ogni carineria a loro riservata in favore dell’attenzione per i Primi -almeno in presenza di questi ultimi-, nei successivi mesi di auto-revanscismo tendi a restituire loro, e con gli interessi, ogni coccola negata, procrastinata o anche solo immaginata.
Loro sono lì: così piccoli, e non ti hanno mai chiesto niente. Non conoscono l’esclusività del tuo amore come l’hanno conosciuta i Primi: quella che tu ti senti in colpa di non aver riservato a loro; quella che, in efetti, a loro non manca, visto che non la conoscono.
La verità è che la tua intuizione della prima ora era proprio quella giusta: sono i Primi quelli che soffrono. Sono i Primi quelli messi alla prova, che devono riscrivere il mondo prima ancora di averlo abbracciato per intero.
Sono i Primi i più fragili, i più bisognosi: quelli che conoscono fin da piccoli il dolore dell’abbandono e se lo porteranno per sempre nel cuore. Dovremmo essere noi genitori a fare il miracolo, ad essere bravissimi, e invece non lo siamo quasi mai, perchè siamo i più fragili di tutti; siamo quelli che si perdono in attimi di sterile contemplazione in attesa della catastrofe che rovini il nostro mondo così perfetto e fragile, e che nostro malgrado mai arriverà.
I Secondi invece vanno per la loro strada, in un mondo che conoscono a memoria prima che tu gliel’abbia spiegato.
E tu puoi giusto seguirli, appena un passo indietro, ma con lo sguardo lanciato oltre le loro teste.
E puoi imparare ad essere più indulgente con te stessa, e fiduciosa nel loro destino.
Silvia, ora… sono giorni pesanti, almeno fammi arrivare a lezione senza il mascara sbaffato! Mi attende tutto questo? Un po’ lo temevo… ma dimmi… si può fare, vero?
Lucia, mi ero persa il tuo commento, perdono!
Comunque quello che ti devi aspettare è una tonnellata di amore. Al resto non pensarci, tanto poi passa.
😀
Già, sono i primi a soffrirne….ma resto convinta che insegnar loro a condividere il mondo, il loro piccolo mondo, sia un regalo e un insegnamento che porteranno nel cuore quanto il dolore di cui parli.
Assolutamente d’accordo con te!
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