No, non è una domanda retorica o il classico pretestuoso titolo che prelude ad un “ora vi spiego che lavoro faccio, casomai ve lo domandaste“. Si tratta piuttosto di una domanda genuina, autentica, che mi sto facendo io stessa in questo periodo e che, se siete dei liberi professionisti, ogni tanto sarà capitato anche a voi di farvi.
Forse vale la pensa di farsela a prescindere dal proprio status di lavoratori, tutto sommato, per fare l’inventario di ciò che sappiamo fare, prendere coscienza delle cose in cui siamo bravi e, infine, trovare il modo di fare rispettare le nostre competenze, soprattutto da noi stessi, che siamo spesso (soprattutto se siamo donne) i nostri peggiori fan.
Sono solita dire che di lavoro faccio la copywriter. È vero sì e no, perché il copywriter, per come l’ho conosciuto io, è una professione da agenzia pubblicitaria: costituisce la metà di un team che, insieme agli art director, si inventa non solo l’idea centrale di una campagna pubblicitaria, ma anche tutte le declinazioni che quell’idea avrà nei vari formati di destinazione: lo spot radiofonico, lo spot televisivo, quello cinematografico (che è più lungo) e quello sul web (che dovrebbe essere oltre che più corto, più creativo).